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Lorenzo Bravo
11 lug 2025
Il prezzo di scelte sbagliate. ⚠️ 🧠 💰
Lo so, l’ho ripetuto già molte volte:
“il peggior nemico dell’investitore è l’investitore stesso”
con le sue emozioni, scetticismi e pregiudizi.
Del resto, se la finanza comportamentale ha ampiamente dimostrato che non siamo degli automi, ha anche messo in luce tutti quegli ostacoli che si frappongono tra noi ed i nostri obiettivi, lungo il tortuoso percorso dell’investimento. Ostacoli che, chiaramente, dobbiamo imparare ad evitare, gestendo le nostre emozioni.
Da oltre 40 anni, la società di ricerca DALBAR analizza approfonditamente il comportamento degli investitori e quanto decisioni istintive, irrazionali ed avventate incidono sulle performance degli investimenti.
Il suo report annuale, “Quantitative Analysis of Investor Behavior”, dimostra che le parole di Benjamin Graham sono tristemente vere: molti investitori, purtroppo, denotano una insufficiente educazione finanziaria e l’incapacità di mantenere la disciplina necessaria per partecipare ai rendimenti che i mercati offrono su orizzonti temporali adeguatamente lunghi.
Spesso vittime della “miopia finanziaria” o del fascino del market timing, nella maggior parte dei casi gli investitori finiscono per assumere comportamenti inadeguati, che danneggiano il rendimento nel lungo termine.

Anche nell'ultima edizione del suo studio, Dalbar, conferma che ad ottenere i migliori risultati sono stati gli investitori che, con pazienza, sono rimasti fedeli ad una strategia orientata sul lungo periodo.
In fin dei conti, anche il miglior piano finanziario del mondo perde la sua efficacia se poi l’investitore non ha la capacità di rispettarlo con metodo, costanza e disciplina nel tempo, nonostante le naturali oscillazioni dei mercati.

Questo grafico mostra la differenza di performance media annualizzata tra l'investitore medio (8,01%) e l'indice S&P500 (10,15%) sui trent’anni dal 1994 al 2023.
Il divario appare ancora più ampio se questi numeri si valutano sul patrimonio investito: in questi 30 anni, infatti, la capitalizzazione composta avrebbe portato 100.000 dollari investiti sull'indice S&P 500 ad ottenere un risultato quasi doppio (808.690$ in più) rispetto a quello ottenuto dall'investitore medio.
Mica bruscolini!
Ma come è possibile una differenza così marcata (behavioral gap) tra quello che ha portato a casa l’investitore medio e la performance reale del mercato?
La ragione sta nella tendenza delle persone a cadere vittima delle narrazioni, per cedere poi alla tentazione delle previsioni, andando alla ricerca del “momento giusto” per comprare e/o vendere, piuttosto che mantenere con costanza e disciplina i comportamenti necessari a garantire il successo nel lungo periodo.

Il fatto è che bisogna rassegnarsi: nessuno può prevedere il futuro!
Ed investire non è speculare, cercando di ottenere la performance migliore, bensì imparare a sbagliare di meno, così da evitare (almeno in parte) quegli errori, emozioni e pregiudizi, che condizionano le nostre azioni compromettendo il risultato.
Coi soldi non si gioca. Né ci si improvvisa.
Affidatevi solo a persone oneste, qualificate e competenti!
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